Aumentare la differenziata e potenziare l’inceneritore per non costruirne un altro

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inceneritore gerbidoMaurizio Tropeano – LaStampa
Il potenziamento della raccolta differenziata. La possibilità di aumentare la capacità del termovalorizzatore del Gerbido fino a 540 mila tonnellate. La scelta di diminuire le quote di conferimento in discarica. Se questi tre indirizzi diventeranno realtà con la riforma della legge regionale sui rifiuti il Piemonte potrebbe evitare di costruire un nuovo inceneritore risparmiando così almeno 350 milioni. Il condizionale è d’obbligo soprattutto perché «prima di aprire un ragionamento sul sito del Gerbido è necessario realizzare il trasferimento della Servizi Industriali», spiega il consigliere regionale del Pd, Antonio Ferrentino animatore dell’incontro che si è svolto venerdì mattina a cui hanno partecipato circa 200 amministratori locali del centrosinistra.
Rifiuti in calo
La maggioranza di centrosinistra in Consiglio regionale, infatti, punta a cambiare la legge per adeguarla ad una situazione che vede un calo dei rifiuti prodotti, per la prima volta la quantità totale smaltita in Piemonte è scesa sotto le due milioni di tonnellate «con una riduzione del 2,5% rispetto all’anno scorso», ha spiegato Paolo Foietta, massima autorità del settore per la provincia di Torino.
Export in Lombardia
È stato lui a scoprire che il Piemonte esporta in Lombardia dal Verbano-Cusio-Ossola 30 mila tonnellate di rifiuti trattati che vengono poi bruciati negli impianti della Lombardia. I suoi numeri spiegano come sia possibile evitare la costruzione di un nuovo termovalorizzatore previsto dall’attuale legge regionale. Ad oggi, infatti con una raccolta differenziata che arriva al 52,5% restano da smaltire circa 940 mila tonnellate di rifiuti. L’inceneritore di Torino, come detto ne brucia 421 mila tonnellate a cui si devono aggiungere le 130 mila autorizzate da Robilante e Arquata Scrivia e le 30 mila esportare in Lombardia. Restano da smaltire circa 360 mila tonnellate per cui si renderebbe necessario un nuovo inceneritore se «si vuole rispettare la normativa comunitaria che nel 2020 prevede la chiusura di tutte le discariche o il non conferimento dell’organico», precisa Foietta. In realtà esiste un’alternativa. «In linea teorica – spiega ancora il dirigente della provincia – portando la raccolta differenziata al 61% in tutta la regione e ampliando la capacità di smaltimento del Gerbido fino alla sua capienza massima si potrebbero razionalizzare gli impianti esistenti senza costruirne di nuovi e, probabilmente, chiudendo quelli più piccoli».
Governance sugli impianti
Tra il dire e il fare, naturalmente c’è di mezzo il mare. Il sindaco di Beinasco ha già annunciato il suo niet e tutto gli amministratori del Pd hanno sottolineato la necessità di rispettare l’accordo di programma che impone il trasferimento della servizi industriali. Nei giorni scorsi l’assessore regionale all’Ambiente, Alberto Valmaggia, aveva espresso la contrarietà del Piemonte all’articolo dello Sblocca-Italia che centralizzava la governance sugli impianti a livello nazionale. Ferrentino aggiunge: «Torino deve aumentare la raccolta differenziata». Marco Grimaldi, capogruppo di Sel a Palazzo Lascaris, solleva un altra questione: «La nuova legge regionale dovrebbe prevedere un sistema di incentivi per i consorzi che aumentano la differenziata e sanzioni per chi invece continua ad usare le discarica». Per Silvana Accossato, presidente della commissione Ambiente, «la programmazione sull’impiantistica deve essere in capo alla regione».

 

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