Già da qualche mese ho depositato un Ordine del giorno che impegni la Giunta regionale ad attivarsi affinché vengano assicurate le coperture vaccinali sopra le soglie di rischio.
Se oggi è possibile avanzare dubbi sull’opportunità delle vaccinazioni è perché, molto probabilmente, si è persa la memoria storica delle epidemie e della mortalità infantile del passato, prima che fossero scoperti vaccini e antibiotici. Al fine di tutelare i più piccoli dalla ricomparsa di malattie che pensavamo ormai debellate, ritengo dunque importante e indispensabile avviare una campagna di sensibilizzazione sul tema.
In Italia, il Piano Nazionale Vaccini (PNV) 2012-2014 rappresenta ancora il documento di riferimento in ambito vaccinale; al suo interno, tra l’altro, vengono individuati gli obiettivi di salute da raggiungere con le vaccinazioni e le relative strategie. L’acquisita autonomia di scelta in ambito vaccinale delle singole Regioni, in conseguenza della modifica del titolo V della Costituzione, ha di fatto indebolito il principio di equità nel diritto alla salute, elemento cardine dell’ordinamento sanitario italiano. I dati di copertura vaccinale mostrano, infatti, ineguaglianze sia geografiche che per stato socioeconomico.
Per quanto concerne la Regione Piemonte, la media delle coperture vaccinali nel 2014, sulla base dei riepiloghi inviati dalle Regioni/PP.AA. al Ministero della Salute, si attesta intorno al 95% per antipolio, difterite, tetano etc. e al 89,7% per morbillo, parotite e rosolia.
Considerato quanto sopra, in attesa di un sistema vaccinale unico a livello nazionale, che consentirebbe una copertura uniforme permettendo il superamento dell’attuale “federalismo vaccinale”, e sull’onda della legge approvata in Emilia Romagna, il gruppo PD del Piemonte ha ritenuto opportuno un intervento legislativo regionale ad hoc. Auspicando un disegno di legge che disciplini anche nella nostra regione in maniera organica i servizi per la prima infanzia e che contenga anche il tema in esame, la proposta di legge, di cui sono primo firmatario, è finalizzata a prevedere, come requisito di accesso ai servizi educativi e ricreativi pubblici e privati per la prima infanzia da zero a tre anni, l’avere assolto da parte del minore gli obblighi vaccinali prescritti dalla normativa vigente.
La scelta di prevedere l’obbligo vaccinale esclusivamente per i servizi educativi per la prima infanzia, in particolare per la fascia di età da zero a tre anni, è motivata dal fatto che tale imposizione sarebbe possibile in quanto trattasi di servizi socio assistenziali e non di servizi educativi, senza dunque rischiare di ledere il diritto, costituzionalmente garantito, all’istruzione.
La vaccinazione è omessa o differita soltanto in caso di accertati rischi per la salute del minore in relazione a specifiche condizioni cliniche. E’ affidato alla Giunta regionale il compito di adottare la disciplina attuativa di dettaglio e di individuare, in particolare, le vaccinazioni richieste per l’accesso ai servizi, mentre è affidato alle Aziende Sanitarie Regionali il compito di promuovere, nell’ambito delle proprie campagne di comunicazione e informazione, la cultura dell’importanza delle vaccinazioni, nella consapevolezza che una comunicazione trasparente e continua sulla sicurezza dei vaccini rappresenti una sfida di fondamentale importanza. La prevenzione rappresenta ancora uno strumento fondamentale dal forte valore umano, etico e sociale. Questa deve diventare una battaglia di civiltà, di tutti e per tutti.