Andrea Gatta – CronacaQui
Il calcolo è contenuto nella risposta che l’assessorato regionale ai Trasporti ha inviato al consigliere Pd Antonio Ferrentino. Nessun dato nuovo, in realtà, visto che non si tratta altro che delle prescrizioni della Conferenza inter-governativa del 2012: con l’apertura al traffico della seconda canna del Frejus il numero massimo dei Tir transitati può salire fino a 1 milione e 51mila l’anno, 2.800 al giorno, con un tetto giornaliero di 4.200. Se si pensa che nell’ultimo anno i mezzi pesanti passati nel traforo autostradale che unisce Italia e Francia sono stati 666mila e che anche nel periodo pre-crisi 2006-2007 il massimo è stato di 876mila, l’ipotesi è quindi che dal 2019 – con l’apertura della seconda galleria – i camion possano aumentare del 58% rispetto al 2014 e del 20% anche sul picco storico. Un ragionamento che fa a pugni con l’idea di contingentamento del traffico che è sempre stata sostenuta (anche dalla Regione) quando nel 2012 si decise di cambiare la destinazione d’uso della seconda canna, nata come galleria di sicurezza destinata ai mezzi di soccorso e diventata nel tempo normale corsia di transito, al costo aggiuntivo di 143 milioni di euro da dividere fa Italia e Francia. Un aumento – spiegavano da Sitaf lo scorso 17 novembre, giorno della caduta dell’ultimo diaframma – dovuto alla «necessità di modificare alcune caratteristiche e di rivedere l’impiantistica collegata» e che ha portato la spesa complessiva da 407 a 550 milioni. Ma che, sempre in linea teorica, potrebbe essere compensato nel corso degli anni con l’incremento dei introiti derivanti dai pedaggi. Ma la prospettiva contrasta a lungo termine anche con la creazione della Tav Torino-Lione, ideata proprio per trasferire dalla gomma alla rotaia – e con benefici ambientali – il traffico delle merci lungo il confine. «Con il raddoppio, il rischio è quello di raddoppiare anche il traffico di Tir, elemento assai impattante (in maniera negativa) sul territorio valsusino» accusa Ferrentino, l’autore dell’interrogazione con cui è stato sollevato il problema. Il consigliere regionale auspica quindi «un’azione bipartisan per ottenere il contingentamento». Il senatore Pd Stefano Esposito invece sfida «i “turisti dell’ambiente” del Movimento 5 stelle e del movimento No Tav». «Facciano con me questa battaglia – è l’invito -. Sono certo che alle loro chiacchiere contro la Torino-Lione vorranno affiancare un’azione concreta di tutela dell’ambiente in Valle di Susa con un contingentamento del passaggio dei mezzi pesanti sull’autostrada». Il senatore propone quindi di attestare «intorno ai 900mila l’anno» la soglia limite dei passaggi e annuncia di volersi attivare «affinché la decisione si possa modificare».
Allarme per il Frejus «In arrivo più camion e nessuno protesta»
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