Alla vigilia della marcia No Tav che questa mattina partirà da Exilles per raggiungere Chiomonte la prefettura di Torino ha emesso un’ordinanza che cambia il percorso del corteo, limitandolo il transito solo sulla Statale, annunciato dai comitati e vieta i passaggi nei boschi. I manifestanti, almeno secondo quanto pubblicato sul sito No Tav.info la pensano diversamente: «Non siamo dell’idea di accettare l’ennesimo divieto a non circolare liberamente nella nostra Valle».
L’ordinanza della prefettura è legata al timore di possibili azioni contro il cantiere da parte dell’ala anarchica del movimento pronto a replicare quanto è successo ad Expo o al 3 luglio del 2011 quando alla fine di un pacifico corteo di almeno 70 mila persone l’ala radicale del movimento ha cercato di riprendere l’area della Maddalena sgomberata una settimana prima dalle forze dell’ordine. I divieti della Prefettura hanno l’obiettivo di allontanare la manifestazione il più lontano possibile dall’area del cantiere.
Adesso resta da capire che cosa succederà questa mattina quando le forze dell’ordine si schiereranno sulla statale per bloccare l’accesso alla strada provinciale che passando dalla centrale elettrica, ai piedi della strada che porta all’area del cantiere, risale poi verso Chiomonte. «Il nostro obiettivo – come dice chiaramente il manifesto della manifestazione è di andare al cantiere tutti assieme».
I motivi della protesta
La manifestazione è stata organizzata dal movimento No Tav che intende sottolineare lo spreco dei fondi pubblici perché «con un solo metro di Tav si potrebbero comprare 3 ambulanze nuove». Oppure «con 100 metri di Tav si potrebbero mettere in sicurezza decine di scuole». E ancora «con meno di un chilometro di Tav il reparto maternità di Susa non solo non chiuderebbe ma potrebbe essere potenziato l’intero ospedale». I comitati contestano anche il calo costante del traffico merci dal Frejus.
Esposti e polemiche
Intanto nei prossimi giorni il senatore del M5S, Marco Scibona, con la consigliera regionale grillina, Francesca Frediani e Mario Cavargna, presidente di Pro Natura Piemonte consegneranno alla procura della repubblica di Torino un esposto sul deposito di smarino in località Maddalena perché «è illegale, viola le disposizioni Cipe e determina un danno erariale di oltre 15 milioni». Tesi respinta da Telt, la società incaricata della costruzione del tunnel di base che ha preso il posto di Ltf. Secondo il senatore Pd, Stefano Esposito e il consigliere regionale Antonio Ferrentino «chi ha costruito l’esposto non conosce molto bene l’iter del progetto, altrimenti stupisce come sia stato possibile anche solo considerare la possibilità che Ltf, in barba a tutte le procedure di legge sugli appalti pubblici, costruisse uno svincolo prima di ottenere il via libera del Cipe».