A distanza di una settimana dal nostro incontro col Presidente Chiamparino, su Repubblica esce un bell’articolo che parla del nostro lavoro, quello che mesi fa sembrava solo un sogno, finalmente si sta avverando; l’incontro col Presidente, è soltanto l’ultimo tassello di un lungo ed importante lavoro!
Accademia Terre Alte
Accordo tra Regione e atenei “Polo di strategie per le Alpi”
PIER PAOLO LUCIANO – Repubblica
IL protocollo sarà firmato in autunno ma l’Accademia delle Terre Alte è già realtà. Ha preso forma in un incontro in Regione che, attorno al presidente Sergio Chiamparino, ha visto riuniti i rettori dell’università Gian Maria Ajani e del Politecnico Marco Gilli e i tre promotori del progetto: Mariano Allocco, Annibale Salsa e Pietro Terna. C’era anche Stefano Viglione sindaco di Mondovì perché ha candidato la sua città a ospitare l’università montana. D’altronde gli spazi non mancano: c’è la sede distaccata del Politecnico rimasta vuota per buona parte dopo la rinuncia da parte dell’ateneo alle sedi decentrate. Anche se proprio per iniziativa del Politecnico in autunno partirà a Mondovì un corso di ingegneria idraulica che, in prospettiva, potrebbe diventare il primo master della futura università che punta a organizzare corsi che offrano i saperi necessari per vivere le Alpi. «L’Accademia dovrà mescolare le due culture, tecnica e umanistica, per arrivare a preparare giovani eccellenti, che sappiano predisporre strategie adeguate allo sviluppo sostenibile della montagna ma non solo» spiega Mariano Allocco. E gli fa eco Pietro Terna, docente di economia e presidente del Real Collegio di Moncalieri: «Come sottolinea correttamente il sociologo Filippo Barbera più che di terre alte dovremmo parlare di terre altre, comprendendo anche territori come le colline che hanno pagato un prezzo allo spopolamento e che ora possono diventare luogo di rinascita grazie proprio a nuove generazioni di giovani disposti a lasciare la città per tornare alla terra». L’obiettivo dell’Accademia Terre Alte – ispirata, come modello, a quella che l’università di Milano ha aperto a Edolo in Val Camonica – è proprio questo: predisporre corsi specifici che vadano dall’architettura alpina alla gestione idrogeologica, alle energie rinnovabili. Senza dimenticare giurisprudenza «perché in montagna serve gente esperta di leggi, soprattutto europee, per trovare quelle risorse che aiutino la montagna a ripartire» spiegano i promotori. «Non dobbiamo però limitarci solo alla didattica – insiste Terna – . E’ indispensabile affiancare la ricerca per fare davvero un passo in più. Altrimenti ci si limita al professore che fa lezione. Ma bisogna essere più ambiziosi se vogliamo davvero creare un’imprenditoria di montagna che sia un’eccellenza». Un ruolo chiave dovrà averlo l’Europa. Ecco perché alla riunione in Regione c’era anche l’assessore Giuseppina De Santis che segue la partita dei fondi gestiti da Bruzelles. I contributi della commissione europea dovranno essere la benzina nel motore dell’Accademia Terre Alte anche se poi si cercherà di coinvolgere altre istituzioni locali – a cominciare dalle fondazioni bancarie – per garantire borse di studio a chi si iscriverà. D’altronde l’Accademia- secondo Allocco – rientra a pieno diritto tra i progetti di quella macroregione alpina che dalle Alpi si estende fino al Midi. Anzi, in prospettiva, dovrà diventare una delle “fabbriche di strategie” per valorizzare l’area. Ma c’è di più. In realtà, Allocco – che in passato è stato per lungo tempo presidente della Comunità montana Valle Maira – guarda già oltre, fino a Barcellona. Con un indirizzo preciso: l’Uab, l’universita autonoma di Barcellona. «In fondo la cultura occitana è arrivata fin lì» conclude Allocco.